lunedì 12 aprile 2010

Paolo e Francesca


Francesca da Rimini, figlia di Guido minore da Polenta, signore di Ravenna, andò in sposa intorno al 1275 a Giovanni Malatesta, signore di Rimini, chiamato Gianciotto , uomo di valore ma brutto nella persona, dal quale ebbe una figlia di nome Concordia.
Paolo, cavaliere nobile, bello e cortese, fratello minore di Giovanni, sposato con Orabile Beatrice di Ghiaggiuolo, con la quale aveva due figli, s’innamorò della cognata, e Giovanni, messo in allarme da un servitore, li colse in flagrante e li uccise.

«Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e il modo ancor m’offende.
Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona.
Amor condusse noi ad una morte:
Caina attende chi a vita ci spense!..
».

Dalla bocca di Francesca, che non è depravata dalla passione, ma conserva inviolate la gentilezza, la nobiltà e la delicatezza dei sentimenti, sembra che l’unica parola che possa uscire è amor, ripetuta tre volte: amore che subito infiamma gli animi gentili, amore come destino,che vuole che chi è amato non può a sua volta non riamare, e amore che conduce a distruzione e che unisce per la vita e per la morte.
La storia di Paolo e Francesca ,Dante la conosce bene perchè i due giovani amanti muoiono quando lui poco più che ventenne e la racconta nel V Canto dell'Inferno,dove sono condannati per l'eternità a essere trasportai da una violenta bufera,simbolo della passione che li ha travolti in vita.Essi sono collocati nel cerchio dei lussuriosi perchè hanno preferito l'amore terreno e passionale all'amore divino ."

"...Noi leggiavamo un giorno per diletto,
di Lancillotto,come amor lo strinse:
soli eravamo e sanza alcun sospetto.
Per più fiate li occhi ci sospinse
quella lettura,e scolocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disiato riso
esser baciato da cotanto amante,
questo,che mai da me non fia diviso,
la bocca mi baciò tutto tremante.
Galeotto fu il libro e chi lo scrisse:
Quel giorno più non vi leggemmo avante."

In questi versi, Francesca racconta il momento più bello ed intenso della loro storia : nelle pagine che narra l'amore di Ginevra (sposa di re Artù) e di Lancillotto,essi scoprono la natura dei loro veri sentimenti:i loro occhi si incrociano e l'emozione li fa impallidire,senza mai rivelare il loro amore fino al momento che Lancillotto bacia Ginevra ed allora Paolo,tremante la bacia,segnando il loro destino di passione e morte: Il peccato non si cancella più e diviene l'Eternità!




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