Esile e senza obolo
l'errante anima si presentò
al cospetto del canuto Caronte.
L'esacerbato nocchiero
per la prima volta fu mosso a pietà e,
le offrì una possibilità di riscatto:
la rimandò sulla terra.
Stanco si assopì ma,
al suo risveglio la ritrovò lì,
sulla sponda....ferma e muta.
Meravigliato ne fu....e,
pensò che oltre
ad essere stata un'ingrata
non aveva saputo cogliere
quella propizia occasione.
Calde lacrime scesero
su quel viso cereo,
su quel viso cereo,
amare ma nel contempo dolcissime
ed inequivocabili:
sulla terra era stata ma,
per il troppo amore
aveva ricommesso lo stesso errore e,
il ritornar indietro le era servito solo
per riamare follemente colui che
per quella pena era stata condannata.
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