mercoledì 30 giugno 2010

Voglia di volare

Non aver paura di cadere
allarga le braccia
libera e sicura
lasciati andare
sempre più su
riscopri il magico
valore del silenzio
lasciandoti cullare
dalle sfumature celesti
abbandonandoti
alla sconfinata immensità
che la leggerezza ti darà
libera...........libra
tra le nuvole sparse
al soffio caldo di un vento inerme
che il tuo corpo avvolge
la tua pelle sfiora
accarezzandoti delicatamente...
assapora la piena libertà
che nessun tempo ....nessuna realtà
ti regalerà
vola.. immemore del presente
senza ancore o catene
spazia.... roteando
danzando radiosa
con le ali della tua fantasia





L'orgoglio


Come un vecchio scoglio
lo stupido orgoglio

avanza nella mente
con fare accattivante

per un piccolo conflitto
un muro viene eretto

con grande persuasione
pensa d'aver sempre ragione

non recede mai di un passo
è più duro del contrappasso:

per colpa commessa
punizione più complessa

si traveste di dignità
che non sempre è verità

un gesto di perdono
un attimo di abbandono

per rimediare ad un errore
dettato dal furore

una spugna miracolosa
mette a posto ogni cosa

l'amore non ha orgoglio
quando tu sei ciò che voglio.



sabato 26 giugno 2010

La farfallina


Di buonora,una mattina
una piccola farfallina

svolazzando di qua e di là
si mostrava in tutta la sua beltà.

I suoi incantevoli colori
luccicanti,chiari e scuri

arcobaleno festante
di un giorno insignificante

giallo,rosso,bianco e blu
sulle piccole ali e nulla più.

Pian pianino,con gran maestria
si posò sul palmo della mano mia

un piacevole solletico mi procurò
e un pò di polverina mi donò

ricordo del suo passaggio
in quel dì, di maggio

le giovani ali poi, agitò
e su nel cielo via volò.

Mascia


venerdì 25 giugno 2010

La lacrima





Tutto appare difficile
quasi surreale

futuro......passato
tutto ingigantito

una lacrima diventa un oceano
dove i pensieri affondano

perdendosi nell'immensità
della sua profondità

sconosciuti in un mondo
inondato da un egoismo profondo

di chi crede e di chi spera
solo nella sua natura

tendiamo le mani vuote
stringendo braccia conserte

insieme agli altri, il tutto..
apparirà meno brutto

un sorriso condiviso
rallegrerà ogni attimo spinoso

la lacrima resterà una stilla
poca cosa per la vita che sfavilla

Mascia Agresti














giovedì 24 giugno 2010

Storie d'amore


Vi pubblico quest' emozione,vissuta da un uomo,che a me è piaciuta tanto:

Quella sera avrei voluto sussurrarglielo, dirle quanto le volevo bene.
Ma non potevo. Lei stessa mi aveva intimato di non farlo mai più.
Non capiva cosa significasse lei per me. Questo mi aveva gridato in faccia. Con le lacrime agli occhi. Quelle lacrime che le solcavano le gote fino ad entrarle in bocca. Ed il dolore che le provocava il gusto del sale la faceva urlare. Agitando le mani con il palmo rivolto a sé stessa quasi a volermi stringere tra le sue braccia, ma cercando nel contempo di respingermi con le sue parole.
Perché mi ostinavo a non volerle dire “Ti amo”. Dirle che le volevo bene non bastava più. Non le piaceva. Si vuol bene ad un amico, ma non ad una ragazza che ti dona sentimenti ed emozioni: questo mi diceva.
Sosteneva che non capivo. Aveva ragione. Non capivo cosa fosse l’amore.
Ma cosa vuol dire amare una donna? Vuol dire che ti piace perché ha delle lunghe gambe affusolate, un sedere da urlo ed un seno che vorresti sempre sentirti addosso? La ami quando non riesci a staccarle gli occhi di dosso e vorresti baciarle la bocca per tutto il tempo? Quando tu la inviti ad uscire con te, lei si nega trovando la scusa più banale che possa venirle in mente in quel momento e tu vorresti scoppiare a piangere proprio lì di fronte a lei?
Si prova amore nel momento in cui lei si aggrappa a te mentre passeggiate per vie romantiche e ti poggia dolcemente il capo sulla tua spalla sospirando e tu provi un brivido dentro di te ed una strana sensazione che viaggia sulla tua pelle lungo tutto il corpo?
Quando ti accorgi che ti fissa continuamente con i suoi occhi celestiali e ti senti l’unico maschio sulla faccia della terra?
Se non la vedi da tre giorni, credi di morire e sospiri continuamente sperando che almeno si faccia sentire per una qualsivoglia banalità: è questo l’amore? Aspettare sotto casa sua per ore che esca e poi far finta che passavi di lì per caso, la saluti e te ne vai via subito?
E’ amore controllare con la coda dell’occhio se lei ti guarda, poi, avendone la certezza, voltarsi nella sua direzione, osservarla un attimo proprio dritta negli occhi accennando un sorriso e poi distogliere subito lo sguardo? Se il tuo cuore palpita forte forte vicino a lei, provi amore?
Parlarle balbettando continuamente, poi d’un tratto non sapere più cosa dire e fare silenzio per minuti con lo sguardo perso nel vuoto, preso dal terrore perché “chissà cosa penserà ora di me”? Far finta di aver capito quello che ti ha detto perché non hai il coraggio di chiederle di ripetere un’altra volta ed ammettere che sei sordo oppure semplicemente pirla?
Ma poi, quanto dura questo amore? Giorni, mesi, anni, l’eternità?

Cosa avrei potuto dirle in quell’occasione? Per farla felice, le ho sussurrato “Ti amo”. Gliel’ho detto abbracciandola e percependo il suo tremolio addosso a me. Ho sentito l’umidità delle sue lacrime sulla mia pelle. Singhiozzava e mi stringeva forte. Ho provato il desiderio tremendo di baciarla. L’ho fatto. Le ho preso il viso tra le mani e mi sono dedicato alle sue labbra, sentendo anch’io il sale sulla lingua. Coi pollici lungo i suoi occhi bagnati, le ho tolto le ultime tracce del mascara. Aveva gli occhi lucenti come l’orizzonte dopo il diluvio. Tremavano anch’essi. Ed io sentivo quel tremore entrare in me e scuotermi il cuore, lasciandolo oscillare a destra e a sinistra, in alto e in basso. Poi, con uno slancio, è salito definitivamente verso l’alto e si è fermato nella mia gola, quasi non riuscisse ad oltrepassare una cavità così stretta. Allora ho cercato di spingerlo nuovamente verso la sua posizione, deglutendo, ma invano. Era forse questo il motivo per cui ho sentito una goccia scendere nella cavità nasale ed una forte sensazione di bruciore agli occhi, mentre questi si inumidivano e la mia vista si appannava. Sono tornato ad abbracciarla ed ho lasciato che il suo maglione si bagnasse sulla schiena.
Avevo mentito dicendole “Ti amo”, perché non sapevo cosa volesse dire amore. Ma, chissà, forse lo potevo provare anch’io.

martedì 22 giugno 2010

Vivi la vita



Lascia andare la tua mente
respirando profondamente

come se fosse la prima o ultima volta
per dare serenamente una svolta

per sentirti meglio con te stessa
piccola donna indefessa

rischiando per un'emozione
fino in fondo,senza esitazione

apprezza le piccole cose
sono le più preziose

credi nelle tue possibilità
per ancorare la felicità

ama ogni piccolo istante
non essere esitante

offri ciò che puoi
a chi tu vuoi

solo una persona..........per il mondo
per qualcuno sei tu...... il mondo

senza mai arrenderti
perditi per poi.. ritrovarti

non piangere per quel che è compiuto
ma sorridi per averlo vissuto

tutto ciò che accade ha una ragione
disdegna la falsa illusione

quando meno te lo aspetti tutto muta
vivi e abbraccia con forza la vita.

Per te piccola Queen!!

domenica 20 giugno 2010

LE FOGLIE MORTE



Oh! Vorrei tanto che tu ricordassi
i giorni felici quando eravamo amici.
La vita era più bella.
Il sole più bruciante.
Le foglie morte cadono a mucchi...
Vedi: non ho dimenticato.
Le foglie morte cadono a mucchi
come i ricordi e i rimpianti
e il vento del nord le porta via
nella fredda notte dell'oblio.
Vedi: non ho dimenticato
la canzone che mi cantavi.
È una canzone che ci somiglia.
Tu mi amavi
io ti amavo.
E vivevamo noi due insieme
tu che mi amavi
io che ti amavo.
Ma la vita separa chi si ama
piano piano
senza far rumore
e il mare cancella sulla sabbia
i passi degli amanti divisi.
Le foglie morte cadono a mucchi
come i ricordi e i rimpianti.
Ma il mio amore silenzioso e fedele
sorride ancora e ringrazia la vita.
Ti amavo tanto, eri così bella.
Come potrei dimenticarti.
La vita era più bella
e il sole più bruciante.
Eri la mia più dolce amica ...
Ma non ho ormai che rimpianti.
E la canzone che cantavi
sempre, sempre la sentirò.
È una canzone che ci somiglia.
Tu mi amavi
io ti amavo.
E vivevamo noi due insieme
tu che mi amavi
io che ti amavo.
Ma la vita separa chi si ama
piano piano
senza far rumore
e il mare cancella sulla sabbia
i passi degli amanti divisi

sabato 19 giugno 2010

Ricchezza


ieri, oggi, domani
un'ora
un giorno
un anno
una vita
gioia, dolore, passione
amici, amanti, colleghi, familiari
a tutti voi ,
grazie per aver colmato le mie mani !!!
BY V.I.

venerdì 18 giugno 2010

La normalità diventa eccezione

La normalità presuppone una serie di comportamenti di persone o gruppi che rientrano nelle norme che una società si è data ed ha approvato,non avendo eccezioni quando le si evocano si ricade in quella che è l'anormalità.
Purtroppo stiamo vivendo in una società dove sembra che tutto quello che è anormale sia diventato basilare e producente.
Persone irrispettose,spesso deviate da una società sempre più corrotta e priva di valori vorrebbero addirittura far passare per normalità quello che in effetti non è.
Un semplice saluto ad uno sconosciuto,un semplice rispondere cortese,un essere solidale,un gesto di assoluta condivisione,un sorriso,non sono altro che manifestazioni di una vera e propria esistenza basata sul rispetto per se stessi e per gli altri.
Cari amici miei,anche facebook che potrebbe essere un modo ultramoderno per riuscire a socializzare e a confrontarsi con persone sconosciute e di mentalità diversa,viene sfruttato da persone che accettano ed inviano amicizie con l'unico scopo mortificante di fare collezione di "amici" per potersi vantare con altri di averne un numero maggiore.
Qual è lo scopo? A che serve?
Se alla fine non si ha la buona educazione di rispondere od interagire con gli altri.
E' una sensazione e verifica non individuale ma appurata grazie alla collaborazione di tanti amici che hanno notato la stessa anomalia.
Amici miei,voi che chattate con lo scopo sincero di fare nuove conoscenze,non accettate chiunque ed ogni tanto fate un pò di pulizia,tanto persone del genere non servono a nulla ma soprattutto rifiutate di essere catalogate e di far parte di un numero!!
La normalità,senza inciampare nei pregiudizi,è tutto quello che il buon senso,l'educazione,il rispetto ci porta a fare,tutto il resto non ne fa parte.
A chi ha la presunzione di definire anormale chi rispetta queste regole di vivere civile.... embè!che dire.......io preferisco essere anormale piuttosto che vivere e comportarmi secondo regole che intaccano la sensibilità e l'amor proprio di chi mi circonda!!
Con affetto e stima a tutti quelli che condividono questo mio pensiero
MASCIA



mercoledì 16 giugno 2010

A mio padre


Una luce tramontale
delinea una figura
chiara e familiare:
lunghe pedalate 
preludono l'arrivo
tra i consensi ed i saluti dei paesani
che inneggiano la semplicità e l'onestà:
virtù di tutta una vita.
Fa capolino una "coppolella"
che smunta nei suoi colori
è la testimonianza dei tanti sacrifici
rivolti all'amore per i figli.
Le mani recano segni di fatica,
il viso magro e stanco
è lo specchio di una vita sofferta
non priva di sofferenza.
Anni difficili,
hanno segnato un passato
di ribellioni ed incomprensioni.
seguiti da altri
colmi d'amore e dipendenza.
Giunto al mio limite,
mi accingo ad abbracciarti
ma....continui nella corsa
sorridente e sereno......
luogo ove 
non posso ancora seguirti e,
con occhi pieni d'amore
mi infondi il coraggio
di continuare in questo mio cammino...
Vivi nel mio cuore e,
in una piccola lacrima
racchiudo il  celato pensiero:

Grazie,ti voglio bene, papà!!

Astro nascente

Scrutando quel meraviglioso giardino
di pura e vanifica bellezza
oasi subliminale
incantesimo di vita
si percepiva un'assenza indefinibile
un discreto disagio
che serpeggiando nella perfezione
dava un senso di incompiutezza
un vuoto impalpabile.

Da una costola plasmata
inaspettatamente apparve
come un raggio di sole
che infrange un cielo uggioso
bella e suadente
armoniosa e luccicante
personificazione dell'immaginabile
donando un senso al mistero della vita:
donna,astro nascente,
principio vitale dell'esistenza.


ODIO


Gridi vendetta
fai sanguinare
accechi
sali veloce
devastatore
scavi dentro
senza sosta
fiamma viva
serpe subdola
non arriverai
là dove vuoi
a godere del male
ti sconfiggerò
ti baratterò
nulla potrai
nell'abisso
sprofonderai




martedì 15 giugno 2010

GIROTONDO


L'aria fresca del mattino
un nuovo bocciolo
il sole che fa capolino
un grande arcobaleno
che il cielo riveste
una colomba svolazza
portando la speranza
profumo di amore
che riempie di gioia
il mondo intero ci appartiene
teniamoci per mano
in un gran girotondo
tutti uniti
tutti insieme
come bambini
per non perderci
per imparare ad amarci

domenica 13 giugno 2010

DIRSI CHE E' NORMALE




Mi piace quando vuoi parlare

A mezza voce senza far rumore

Senza nemmeno accendere la luce perché

C’è qualcun altro che non vuoi svegliare

E poi mi piace che ti fai sentire

Ogni volta è banale ma ti sto ad ascoltare

Perche è bello dirsi che è normale

Vergognarsi appena dopo aver fatto l’amore

Dirsi che è normale

Non ti domandare non c’è niente da sapere

È che a volte il silenzio ha il suo valore

Perché tu sai che quando non so cosa dire

Preferisco stare ad ascoltare

Tanto è inutile spiegare che ogni mio equilibrio

È momentaneo e la mia anima veloce

Un istante cambia forma alla mia mente

cambia forma alla mia mente.. uooo

mi piacerebbe indovinare la fonte autentica

del tuo piacere, quando mi fissi senza mai parlare

perché è da tanto tempo che mi vuoi avere

e poi mi piace che mi stai a sentire

e per quanto è banale tu mi fai parlare

e la tua voce chiama tante cose che non so davvero dove cominciare

dove cominciare

Dirsi che è normale

Non ti domandare non c’è niente da sapere

È che a volte il silenzio ha il suo valore

Perché tu sai che quando non so cosa dire

Preferisco stare ad ascoltare

Tanto è inutile spiegare che ogni mio equilibrio

È momentaneo e la mia anima veloce

Un istante cambia forma alla mia mente

cambia forma alla mia mente x 2.

Dirsi che è normale

Non ti domandare non c’è niente da sapere

È che a volte il silenzio ha il suo valore

Perché tu sai che quando non so cosa dire

Preferisco stare ad ascoltare

Tanto è inutile spiegare, che ogni mio equilibrio

È momentaneo e la mia anima veloce

Un istante cambia forma alla mia mente

cambia forma alla mia mente

sabato 12 giugno 2010

IDEA

Battito d'ali
sussulto fremente
pensiero ricorrente

cerco.. tra la gente
vedo.. non ci sei
pensarti ..volerti

desiderio struggente
ardore profondo
ascendi silente

intimo celato
inafferrabile
impossibile

IDEA!!!



giovedì 10 giugno 2010

I FIGLI



Se riesci a mantenere il controllo quando tutti intorno a te lo perdono
e te ne fanno una colpa;
se riesci ad aver fiducia in te stesso quando tutti ne dubitano,
ma concedi attenuanti al loro dubitare;
se riesci ad aspettare e a non stancarti nell’attesa,
o quando gli altri mentono tu non ti abbandoni alla menzogna,
o quando ti odiano non ti abbandoni all’odio,
e tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo saggiamente;
se riesci a sognare senza che i sogni diventino il tuo padrone;
se riesci a pensare e a non fare dei tuoi pensieri il tuo scopo,
se riesci ad affrontare il Trionfo e la Sconfitta
e a trattare questi due impostori allo stesso modo;
se riesci a sopportare di sentire la verità che hai detto
distorta da bricconi per abbindolare gli sciocchi,
o a vedere le cose a cui tu hai dedicato la vita, rotte,
e a chinarti e ricostruirle con arnesi logori;
se riesci a fare un solo fascio di tutte le tue vincite
e rischiarle in blocco a testa e croce,
e perdere, e ricominciare tutto da capo,
e non dire una parola sulla perdita;
se riesci a costringere cuore, nervi e tendini
a servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
e a non mollare quando non resta altro in te
che la Volontà che dice “Non mollate!”
Se riesci a parlare alla folla e a mantere la tua integrità,
a camminare con i Re senza perdere il contatto con la gente,
se né i nemici né gli amici più cari possono ferirti,
se tutti contano per te, ma nessuno troppo;
se riesci a riempire un implacabile minuto
con sessanta secondi degni di essere vissuti,
tua è la Terra e tutto quello che è in essa,
e, quel che più conta, tu sei un Uomo, figlio mio.
(Rudyard Kipling)

IL SORRISO




Elisir gratuito
di
attimi di felicità
non costi nulla
neanche al più umile

Sole di una giornata buia
luce di una dimora oscura
non hai bisogno di idiomi
accorci le distanze

anestetico etereo
l'inferno tramuti in paradiso
panacea balsamica e garbata
disperdi le lacrime

fulgente riflesso
riempi di luccichii l'universo
candido sorriso
il viso rischiari all'alba di ogni dì

martedì 8 giugno 2010

GIULIETTA E ROMEO


VERONA: da anni due grandi famiglie, i Montecchi e i Capuleti, sono depositari di un odio inestinguibile.
Romeo, figlio ed erede della famiglia Montecchi, è innamorato della bella Rosalina e non teme di affrontare a questo riguardo gli scherzi dei suoi amici Benvolio e Mercuzio.
Capuleti, il capo della famiglia rivale si prepara a dare una grande festa per permettere a sua figlia, Giulietta, di incontrare il Conte di Parigi. .
Romeo - che crede di trovarvi Rosalina - si autoinvita con gli amici Benvolio e Mercuzio a questo grande ballo mascherato. Scorge Giulietta e resta folgorato dalla sua bellezza, per i due giovani è un colpo di fulmine e dopo averlo abbracciato due volte si ritira. Romeo e Giulietta scoprono la loro identità reciproca. Disperati si rendono conto di essersi innamorati del proprio nemico. Al cader della notte, Romeo si nasconde nel giardino del Capuleti, si avvicina sotto il balcone di Giulietta e le dichiara il suo amore. Tutti e due fanno a gara nel pronunciare parole d' amore . Perdutamente innamorato, Romeo si confida il giorno dopo con fra Lorenzo, il suo confessore,che promette di aiutarlo e di celebrare il matrimonio, con la speranza di riconciliare Capuleti e Montecchi. Tebaldo cugino di Giulietta, sfida Romeo a duello. Ma il giovane - al colmo della felicità e pieno di una simpatia 'fraterna' rifiuta di battersi.
Mercuzio, il confidente ed amico di Romeo, giovane coraggioso e brillante, si affretta a sostituirlo battendosi contro Tebaldo, che lo ferisce a morte. Romeo vendica la morte del suo amico ed uccide Tebaldo. Romeo ormai ricercato deve fuggire in esilio. Giulietta è in preda al dolore. Suo padre, reso inquieto dallo stato d'animo della figlia, decide di accelerare il matrimonio con il Conte di Parigi. Il matrimonio avrà luogo il giorno dopo. Giulietta si rifiuta. Suo padre la minaccia: o sposa il Conte, o la disereda. Lei corre da fra Lorenzo che le propone di bere un filtro che le procurerà una morte apparente : credendola morta la chiuderanno nella cappella dei Capuleti e Fra Lorenzo e Romeo la libereranno dopo aver avvertito il giovane dello stratagemma. Giulietta accetta il piano. Rimasta sola nella sua camera, beve il filtro. La mattina del giorno dopo la governante la scopre senza vita. Tutta la famiglia piange la morte di Giulietta. Fra Lorenzo fa sì che tutto si svolga secondo i suoi piani. A Mantova, dove Romeo è in esilio, riceve la visita di Baldassarre, suo servo, che gli annuncia la morte di Giulietta. Ha soltanto un rapido pensiero: procurarsi del veleno e ritornare a Verona per morire accanto alla sua Giulietta. Durante questo lasso di tempo, fra Lorenzo apprende che un intoppo ha impedito al suo messaggero di informare Romeo del suo stratagemma. Decide di recarsi alla tomba del Capuleti per liberare Giulietta. Ma il dramma precipita. Romeo si reca sulla tomba di Giulietta e vi incontra il Conte di Parigi venuto a portare fiori alla fidanzata morta. Un duello ha luogo tra i due giovani e il Conte, morente, chiede a Romeo di adagiarlo vicino a Giulietta. Romeo contempla la bellezza luminosa di Giulietta, l'abbraccia prima di bere il veleno e morire a sua volta. Fra Lorenzo è sconvolto nello scoprire i corpi di Romeo e del Conte di Parigi. Assiste al risveglio di Giulietta e tenta di convincerla a seguirlo e andarsi a rifugiare in convento. Ma Giulietta che scopre il corpo di Romeo mortogli vicino si pugnala con la spada del suo amante e muore al suo fianco. Il principe, Capuleti, e il vecchio Montecchi si recano al cimitero. Fra Lorenzo narra loro la storia triste degli amanti di Verona. I due padri sfiniti dal dolore deplorano quest'odio, causa delle loro disgrazia. Si riconciliano sul corpo dei loro figli e promettono di erigere alla loro memoria una statua d'oro puro.

lunedì 7 giugno 2010

ORME



Orme profonde
sulla sabbia bianca
rapidamente cancellate
dal fluttuare inarrestabile
di onde mute.

Orme profonde
nella solerte mente
profondamente conservate
da memorie incancellabili
di un'esistenza vissuta.

Orme profonde
saldamente rimarcate
come tracce indelebili
eredità proficua
di un passaggio irripetibile.